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Sull'origine del toponimo di Pamparato si danno due possibili spiegazioni: la
prima legata alla fertilità del terreno, tanto ricco da consentire il panis
paratus, ossia il "pane pronto", senza eccessiva fatica, la seconda
collegata alla leggenda secondo la quale gli abitanti del luogo, anticamente
chiamato Mongiardino, assediati dai saraceni intorno all'anno 920 e ridotti
ormai alla fame, avrebbero escogitato un ultimo espediente per allontanare gli
assalitori: l'invio fuori dalle mura di un cane con in bocca un pane - forse
l'ultimo - intriso di vino, per far credere ai nemici di avere abbondanza di
viveri, inducendoli all'abbandono dell'assedio. Questi, visto arrivare il cane
col pane, avrebbero esclamato: "Habent panem paratum!", cioè: "Hanno il
pane condito!" e, delusi, si sarebbero allontanati dal paese. Da panem
paratum sarebbe derivato l'attuale nome, Pamparato. Proprio da questa
leggenda prende spunto lo stemma del comune, che raffigura un cane con in bocca
una pagnotta, accompagnato da una colomba bianca con un ramoscello di ulivo nel
becco, simbolo della pace e della libertà riconquistate...
[www.pamparato.com]

RICORDO DI
MARINELLA DABOVE
La semplicità e la spontaneità di
Marinella sono la fotografia dello spirito che ha, da sempre, animato il
concorso di poesia di Pamparato. Se dovessimo ridurre ad immagine,
come un marchio, l’anima di questo concorso, il volto sorridente di Marinella
ne sarebbe l’icona. Sin dall’inizio Lei è stata
presente con la sua partecipazione fatta di parole semplici, ma penetranti,
profonde, ricche di quel sentimento dolcissimo che sapeva far trasparire ogni
qual volta la si incontrava. La incontreremo ancora, quando lo
riterremo necessario, rileggendo le sue poesie, che, senza retorica alcuna,
apprezziamo ogni volta di più e che stanno a dimostrare come un poeta è tale
quando riesce a trasmettere agli altri, con disarmante semplicità, la
profondità del proprio sentire. Marinella è un fiore che
poeticamente non avvizzisce.
Pamparato,
agosto 2006
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